Passa ai contenuti principali

Dub

A poche centinaia di metri dal lusso che si affacciava sul Lago Maggiore, ecco la dimora del barbone Borromeo. Ogni sera, il derelitto vi tornava, sapido della dolce voluttà con cui ci si avvicina al luogo d’incontro con l’amante segreta.
La casa era invasa dall’edera: senza tregua, la rampicante era a cibarsi di qualche residuo, uno stipite intatto, un muro di calcinacci o un’intonaco umido e marcio.
Borromeo stendeva la coperta sulla parte di pavimento che, in quel momento, gli sembrava più solida e meno malsana. Il sonno arrivava presto.
Col sonno sopraggiungeva anche il sogno, che era sempre lo stesso: qualcuno lo abbracciava e la presa era forte e umida, scintillante di gocce d’acqua verde e melmosa, e un tepore odoroso di acquitrino gli massaggiava la nuca, finché l’artiglio non stringeva e strozzava e uccideva il respiro.
 
Lontano, sopra qualche isola del Lago, un bassista elettrico cercava - senza freni o inibizioni - un dub che non trovava, neanche per caso.





Commenti

  1. Mi mancavano i tuoi strani racconti!

    RispondiElimina
  2. Bellissimo il racconto su Borromeo! Frutto del tuo ingegno o proviene da qualche libro che mi puoi consigliare??

    RispondiElimina
  3. sei sempre più brava! Che invidia hahaha

    RispondiElimina
  4. ma ti trovavi sul lago di como?

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Un abbraccio di fine anno

Sapevi di appartenere ad una nuova epoca, dove essere sarebbe stato navigare il cambiamento con audacia, energia e infinita curiosità.

Il mio presente

 Io vivo questi tempi e le loro sfide come il periodo più interessante della storia. D’altra parte è la mia epoca. Voglio dire che non ho mai sentito il bisogno di elogiare il passato rispetto al presente come se si fosse perso qualcosa. Le sfide sono lì a sollecitare il coraggio e l’industria, l’iniziativa, l’immaginazione, la ricerca.