I libri sono uno splendido sostituto delle conversazioni, bisogna ammetterlo. Forse non vorremmo frequentare troppo a lungo i loro autori, perché li troviamo impegnativi.
Ma il libro ce li offre senza costringerci alla loro presenza.
Ma il libro ce li offre senza costringerci alla loro presenza.
Quelle persone che genericamente sono definite ”introverse” preferiscono mille volte restare a casa a leggere un buon libro che partecipare a una festa
Si capisce che sei una che legge molto
RispondiEliminalibri sono comunque necessari, a volte, è vero, possono sosotituire le conversazioni ma ciò non significa necessariamente essere introversi a mio avviso.
RispondiEliminaMagari significa sapersi prendere tempo per se stessi.
Può darsi che sia di parte ma l'introversione non solo facilita il processo di conoscenza introspettiva ma anche quello di lettura della realtà esterna, in quanto l'osservatore, non partecipando nella relazione con l'oggetto osservato, non ne viene cannibalizzato. L'aspetto amaro è che tale ricchezza non serve a niente, si rimane soli e ignorati nella propria torre d'avorio, perdendo ogni occasione che ti potrebbe offrire la vita. Meglio stupidi ma felici o intelligenti ma soli e con rimpianti?
RispondiEliminaPer capire e amare un introverso basta capire e amare i gatti e il gioco è fatto.
Come te sto sperimentando una possibile estroversione utilizzando il web come strumento; molto comodo perché ti offre vie di fuga quando il gioco si fa duro. Anche molto pericoloso perché ti porta ad un estenuante circolo di auto referenzialità; potresti anche non esistere ed essere un sofisticato programma con il quale la mia solitudine dialoga.
Però non capisco il tuo scopo; infatti ti percepisco come blindata, parli di te ma sento che non vuoi cercare di farti coinvolgere. Ti denudi ma è come se fossi sempre vestita.
Può darsi che sia timidezza, indifferenza, sana diffidenza e cautela, pigrizia, abitudine, oppure che basti a te stessa, oppure che temi il confronto, il coinvolgimento, il perdere il controllo, magari ti piace cadere sempre in piedi, oppure non essere criticata o non essere al centro dell'attenzione, ecc.
Non ha importanza il perché ma il risultato: la tua intelligenza, la tua interiorità, i tuoi sensi ancora ricettivi e desiderosi, quello che hai da raccontare, tutto quello che hai non vale di più di un libro che tieni celato in casa, perché nessuno potrà sfogliarlo con te. Esisti e non esisti come in uno stato quantico.
Tutto ciò avrebbe un senso se questa solitudine fosse la preparazione e la condizione necessaria per un cammino spirituale di consapevolezza e miglioramento che ci attende in vite future o mondi soprannaturali.
Sono sicuro che nel tuo affacciarti agli altri hai ottenuto conferma di quello che vali: molti ti avranno elogiato, qualcuno ti avrà proposto amicizia o un incontro amoroso, magari chissà trovi un interessante ingaggio nel mondo dell'editoria o del web. Ma di questa ricchezza che ne fai? Ti è utile? Ti aiuta? Ti migliora? Ti fa compagnia?
Ovviamente non sentirti troppo sotto accusa perché chi ti scrive si sta guardando allo specchio.